Il violinista

Non sempre i sogni si realizzano e quando questo accade è facile parlare di fallimento. Ci sono persone che invece interpretano i sogni non realizzati

con semplicità e mettendo da parte l’orgoglio cercano di ricominciare. Mollare tutto per arrivare a Como con l’idea di trovare un lavoro nella vicina Svizzera è un atto che richiede coraggio e anche un po’ di sana follia. Dal suo piccolo paese in Valle di Susa alla strada è stata solamente questioni di mesi ma per fortuna c’è stato l’Ozanam ad accoglierlo e risollevarlo, dandogli una nuova speranza per il futuro.

E’ Nato a Roma negli anni 50 e nella capitale ha vissuto 5 anni per poi trasferirsi a Torino con i genitori. Nella città piemontese ha studiato, si è diplomato perito meccanico, ha lavorato e conosciuto la futura moglie. Di questi anni porta bellissimi ricordi di gioventù, ricordi sereni e felici. L’azienda per cui lavorava a Torino trasferisce la sua sede di produzione in Valle di Susa e così dopo 40 anni si trasferisce anche lui per seguire il lavoro. Compra casa, poco dopo si sposa e nasce la figlia.

E’ l’inizio del 2009 quando le cose iniziano a cambiare. In pochi anni si passa dalla riduzione di orario alla cassa integrazione, per poi arrivare al 2013 quando l’azienda chiude e con lei anche le speranze dei molti che qui lavoravano. La vita appare ora dura e trovare lavoro in una piccola realtà come quella piemontese è impresa difficile. Da questa consapevolezza nasce la voglia di voler migliorare la propria condizione sociale ed economica e così inizia a balenare nella sua testa la volontà di cercare lavoro in Svizzera.

“Mi sono rivolto alle agenzie interinali di Como e tutte mi chiedevano la residenza per poter lavorare in Svizzera, così ho deciso di trasferirmi”…E’ l’estate del 2015 quando si trasferisce a Como. Aveva fatto tutti i suoi conti per trovare lavoro entro qualche mese e soggiornava alla casa albergo di Camerlata. Dopo mesi di giornate interminabili e di ricerche estenuanti, non ha ancora una certezza e oltretutto i soldi iniziano a scarseggiare. Il suo piano sta andando verso un epilogo che mai e poi mai avrebbe potuto immaginare.

E’ l’inverno del 2015 quando è costretto a lasciare la casa albergo di Camerlata. Ammette che in quei mesi ha dormito anche per strada, lontano dalla famiglia, solo e senza lavoro.

Ma è proprio in questa situazione che quello che da ora in poi chiameremo il violinista trova la forza di andare avanti e imbracciando il suo fedele violino, acquistato con gli ultimi soldi disponibili, parte per ricostruire di nuovo la sua vita. Una volontaria del centro di Via Tatti si prodiga in suo aiuto e gli tiene delle lezioni private per risvegliare in lui questa antica arte che aveva imparato da adolescente. Il resto lo fanno la sua volontà e il suo impegno. In pochi mesi la strada che gli aveva voltato le spalle torna ad essere sua alleata.

C’è però ora da risolvere la questione legata alla sua sistemazione e a soccorso del violinista che non ha casa arrivano i molti benefattori di Como che lo segnalano all’Ozanam. Dopo qualche mese in cui attende un posto libero, a Gennaio del 2016 viene accolto alla Casa Ozanam.

Le sue giornate in Via Cosenz iniziano presto la mattina, è uno dei primi ad uscire dalla Casa di Accoglienza, ben prima dell’orario di chiusura della struttura che è fissato per le 08.30 e uno degli ultimi a rientrare, ben dopo le 16.00 del pomeriggio, orario in cui la struttura riapre agli ospiti. Tutti i giorni esce con il suo fedele violino e allieta mattine, pomeriggi e sere dei comaschi e dei turisti che hanno la fortuna di incrociare per strada le sue note.

Per il suo futuro sogna di poter ritornare a vivere con la famiglia che è rimasta lontana e nel frattempo continua a imparare cose nuove con il suo violino, il fedele compagno che mai lo ha lasciato in questi anni.

 

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